Lo scompenso cardiaco è un aspetto di vitale importanza sia per gli anziani ma anche per tutte quelle persone che convivono con queste patologie. Diciamo subito che è una condizione da non sottovalutare e su cui occorre prestare attenzione. Infatti lo scompenso può manifestarsi in modo subdolo, dove i normali sintomi possono facilmente essere confusi con quelli del fisiologico invecchiamento. Per questo, è meglio non ignorare nessun segnale perché potrebbe far scaturire conseguenze molto gravi. È opportuno allora riconoscerlo subito ed agire con la massima celerità.
Intanto un dato incontrovertibile, l’inesorabile passare degli anni porta con sé, dei cambiamenti nel corpo e nella sua capacità di adattamento. È una gestione complessa quindi che richiede una cura adeguata e continua. Inoltre, a rendere ancor più complessa la gestione, sono le altre malattie croniche spesso presenti nell’anziano: diabete, ipertensione, insufficienza renale, malattie polmonari. Tutto ciò complica naturalmente il quadro clinico rendendo il trattamento ancora più delicato.
Per tutti questi motivi la famiglia e gli operatori devono lavorare insieme per creare un ambiente in grado di promuovere il benessere della persona, garantendo tutta l’attenzione e il supporto necessario utili ad una gestione ottimale. Così facendo è possibile aiutare chi manifesta sintomi di scompenso cardiaco garantendo attenzione ad ogni particolare.
Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi su cui spesso si lavora negli scompensi cardiaci sono: difficoltà respiratorie, affaticamento, gonfiore alle gambe, tosse persistente, aumento di peso improvviso, dolore al petto e confusione. Naturalmente questi sintomi variano in intensità da persona a persona, e a causa di queste variazioni possono essere confusi con altri problemi di salute legati all’invecchiamento. Inoltre, i soggetti over 65 possono manifestare sintomi diversi e inconsueti. Per questo è opportuno consultare subito un medico per una valutazione accurata.
Qual è la cura?
Gestire gli scompensi cardiaci vuol dire, cercare di migliorare la qualità di vita, alleviarne i sintomi prevenendo, fin dove è possibile, il peggioramento il peggioramento della condizione attraverso diversi approcci. Usando i farmaci diuretici, i cosiddetti ACE-inibitori (anche conosciuti come inibitori dell’Enzima di Conversione dell’Angiotensina). Questi farmaci vengono impiegati nel trattamento dell’ipertensione. Svolgono la loro funzione antipertensiva agendo sul sistema renina-angiotensina.
Va fatta poi, una costante azione di monitoraggio della funzione cardiaca e dell’equilibrio dei fluidi, con programmate visite mediche per modificare sempre il trattamento. A volte potrebbero essere necessarie procedure invasive. In questi casi parliamo di impianti pacemaker o chirurgia di bypass coronarico.
La prevenzione
Lo scompenso cardiaco colpisce con frequenza maggiore fra gli 85 e i 90 anni ma può colpire anche fasce d’età più giovani. Per questo la prevenzione è la prima cosa da fare. Sempre. Bisognerebbe preoccuparsi, diciamo dalla seconda metà di vita in poi di tutti quei fattori di rischio: l’ipertensione, il diabete, l’obesità, l’ipercolesterolemia. Poi una dieta equilibrata e una buona attività fisica possono metterci relativamente al sicuro dagli scompensi. Quindi una vita sana, controlli medici programmati, attività fisica e poco alcol possono dare una grossa mano nella prevenzione.
Abbi buona cura del tuo corpo,
è l’unico posto in cui dovrai vivere.
(Jim Rohn)
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